A causa del Coronavirus l’11 marzo viene imposto il blocco totale dell’Italia intera.
Con il Decreto #IoRestoaCasa vengono sospese moltissime attività commerciali e sono vietati gli assembramenti.
É consentito uscire di casa per motivi lavorativi, di salute o di assoluta necessità quali fare la spesa, buttare le immondizie o portare fuori il cane.
E da bravo cittadino a casa ci sono restato. In sette settimane ho visto solo tre supermercati, un Brico e qualche bidone. Per uscire dalle mura domestiche sono spesso andato in garage, dove ho portato avanti e concluso qualche lavoro che avevo nella lista del #faidate.
Ho lavorato da casa stando a stretto contatto con la mia ragazza, con la quale ho condiviso la scrivania 40 ore a settimana. C’è molta sintonia e la convivenza 24/7 è andata avanti nel migliore dei modi. Così com’è un’ottima compagna di vita, è altrettanto un’ottima collega d’ufficio!
Purtroppo (o per fortuna) l’unica attività motoria permessa dal decreto è stata solo la corsa.
E la bici? Non ci posso più andare? NO!
Allenamento a casa? Al contrario dei vicini che vedo ancora molto attivi con rulli, cyclette, nastri e barre di trazione, nel tempo libero mi sono dedicato a lavoretti, costruzioni e tanto svago.
Nuoto a parte, tutto il resto non mi invoglia che sia esercizi a corpo libero o pesistica. Sbaglierò sicuramente, ma per me l’unico esercizio è la sola bicicletta. Da quando ho cominciato lo è sempre stato e da quando vivo a Bolzano, normalmente, mi ci sposto pure in bici: 15-20 minuti ogni mattina e sera per la tratta casa-lavoro. Aggiungi qualche piano di scale e i miei 15 minuti sacri di camminata in pausa al lavoro, sommando 2-3 uscite in MTB alla settimana, io sono a posto. Sarebbe da integrare sicuramente con qualche esercizio, ma sono pigro!
Con la diminuzione dei contagi, l’autonoma provincia di Bolzano nella quale abito, ha man mano allargato la stretta di restrizioni che ci vedeva confinati a casa.
Abbiamo conquistato il diritto di passeggiare entro i 200 metri da casa, poi allargato al comune intero. Entro i 200 metri volendo si poteva pure andare in bici, ma te lo vedi un ciclista girare in tondo intorno al condominio, quando è abituato a pedalare senza confini?
Giri su giri in un circuito strettissimo con slalom tra pedoni, cani e bidoni, frenando ogni tre per due, solo per fare qualche km in piano? Un inferno.
Io non c’ho neanche provato. Il tempo sulla bici ho preferito investirlo in manutenzione e pulizia, aspettando tempi migliori.
Fatto sta che la sera di domenica 26 aprile il buon vecchio Arno Kompatscher, il Landeshauptmann Südtirols, ci da il via libera. Si può tornare a pedalare!
La settimana corrente a meteo non promette niente di buono #etepareva, salvo poi migliorare il weekend #evvai!
Lunedì stesso, primo giorno pedalabile, qualche goccia a Bolzano la fa, ma il sole si alterna con le nubi in una danza che mi lascia in balia dell’indecisione fino alle 17:00.
“Conclusasi la di lavor giornata, lievi son le nubi che pe’ l’etere vanno, e lo fresco venticello che alla meriggiana spirava, non è che ‘no sbuffo sommesso.”
Dopo 50 giorni sono di nuovo vestito in lycra, caschetto in testa e tacchette sotto le scarpe. É dall’8 marzo che non pedalo, che non mi immergo nel verde del bosco e respiro l’odore della terra.
Nascondo a me stesso un po’ d’emozione, come quando sei di fronte ad un momento importante, anche se in piccolo. Come quando stai per partire per ferie, vacanze o avventure che siano, quella sensazione di leggerezza su gambe e spalle e leggero peso sullo stomaco.
Anche se conosco a menadito sia la strada che i sentieri che percorrerò, ho quella sensazione di fare un passo verso l’ignoto. Non so di preciso cosa aspettarmi e non so come il mio corpo si comporterà una volta in sella, se le gambe reggeranno bene lo sforzo o se il fiato mi verrà a mancare.
E non è tanto per la pausa dalla bici, lunga quasi quanto la sosta invernale di quest’anno, ma è per il tornare a muoversi sul serio!
Con 3000 passi al giorno (i più tra scrivania e bagno) e nessun allenamento o esercizio, l’unico movimento se così si può chiamare sono stati i lavori di falegnameria in garage!
Avrò perso molto?
Con 50 giorni di movimento ai minimi storici sarò in grado di arrampicarmi per i sentieri? Sarò in grado di mettere la ruota anteriore oltre all’ostacolo e dare lo slancio per farmelo scivolare sotto e lasciarmelo alle spalle?
Non segnerò ancora il miglior tempo, ma spingo e pedalo come se non avessi mai lasciato il manubrio! Sicuramente il rendimento non è ottimo, e i battiti un po’ alti, ma ho un ottima impressione una volta montato in sella.
Degno di nota è il 3° tempo personale sul sentiero 2 in salita verso Monticolo: una valletta stretta che sale irregolare con il 10% per 6 minuti di cuore a 179 bpm.
Goduria! Non solo discese, anche questa per me è MTB.
Glorie a parte sono un po’ sorpreso, in parte contento ed in parte dispiaciuto nel vedere la natura già così avanti, cresciuta verde e rigogliosa!
“Avrei voluto tanto osservare il lento risveglio degli alberi, lo sbocciare dei primi fiori e notare il sentiero stringersi poco a poco dal soffocante abbraccio degli arbusti.
Già a casa in questa quarantena, questa sensazione si era fatta più pesante mettendomi malinconia. Assistere distante alla fioritura dei bianchi fiori dei meli, senza poterli sfiorare ed assaporarne il profumo, senza essere spettatore del turbinio di insetti ed api tra foglie e pistilli. E poi vederli sparire da lontano, portati via dal vento primaverile, senza poter ammirare da vicino il candore di quei petali.”
Ma la mia gomma macina terreno, spedita ed io con la grinta nelle gambe procedo.
E dai meli passo al bosco, alla terra e alle radici, all’umida essenza della natura viva, un sottobosco ricco e in continuo movimento e trasformazione.
Così il mio giro continua, tra sforzo ed osservazione, concedendomi poi qualche discesa tecnica che affronto con un po’ di cautela. L’ombra delle due cadute nell’ultimo giro di inzio aprile aleggia silente, i muscoli sono ancora poco reattivi e l’equilibrio è da rieducare sulle pendenze.
Affronto le discese con calma e tranquillità, godendomi l’adrenalina dovuta a tutte quelle sensazioni che solo la discesa sa dare: velocità, adattamento, coordinazione, calcolo delle linee da seguire, equilibrio, spostamenti di peso e derapate.
Questa si che è MTB!
Giungo quindi sul passo del Muk, soddisfatto del percorso e di essere tutto intero, sorpreso di averci messo tutto sommato poco tempo, passato così velocemente. Finalmente contento e riappacificato con la natura nella quale finalmente mi sono potuto immergere, sentendomi parte di essa.
E dal Coyotenpass (Muk) vedo Bronzolo e quindi filo veloce verso casa dei miei genitori, li saluto e ci chiacchiero. Anche se non li posso abbracciare e stringere a me, sono grato di poterli rivedere dopo tanto tempo, grato di vederli contenti, sorridenti ed in salute.
Ora che sono li, non vorrei più andarmene.
Ma la via del ritorno si sta scurendo, montate le luci scommettiamo sul tempo che impiegherò per tornare a Bolzano. Mio papà dice 40 minuti, io limo 5 minuti azzardando di ritornare in non più di 35 minuti.
Anche se la sella è un filo bassa e non mi regala una resa di pedalata ottimale, spingo sui pedali con l’occhio sul ciclocomputer.
In una gara con la strada e la velocità, sfido me stesso, doso il fiato e mi alzo sui pedali quando il lieve venticello mi rallenta sotto i 26 km/h.
Adoro spingere e mulinare le gambe per raggiungere quel qualcosa di impalpabile alla fine, fissarmi traguardi volanti e sfidare me stesso. Sia questa una buona salita, un sentiero sfigurato dalle radici o brevi tratti di asfalto.
Questa non sarà la vera essenza della MTB, ma è ciò che una bici ti permette di fare.
Torno a casa sudato, soddisfatto ed accaldato. La camminata garage-casa “con le gambe dure e dritte” non è così marcata, segno che alla fine non ho poi sforzato troppo.
Anche se le gambe pulsano un po’ e sento tirare qualche muscolo della parte superiore del corpo, il giorno dopo mi sento alla grande. Un post quarantena ciclistico al meglio!
Ora non resta che continuare con costanza ed impegno così come da qualche anno a questa parte. Ma di questo non mi preoccupo, amo questo sport!
E la tappa Bronzolo-Bolzano da una casa all’altra? 29 minuti e 30 secondi!
Complimenti..
Sei GRANDE 👍🏼
Grazie!! 😊